Oncologia Integrata

 

Oggi, l’oncologia integrata è definita come un insieme di trattamenti complementari che si integrano, appunto, a quelli convenzionali per la cura dei tumori (chirurgia, chemioterapia e radioterapia).

Attraverso numerose metodologie, come l’uso della fitoterapia, omeopatia, omeotossicologia, agopuntura, modifiche dello stile di vita, pratiche mentali e corporee, l’oncologia integrata ha lo scopo di migliorare la qualità della vita. Fondamentalmente, ha un ruolo di supporto ai trattamenti convenzionali. In quest’ottica, l’attenzione ai fattori psico-emotivi ha anch’essa una finalità di sostegno alla persona, rispetto alle paure, ai cambiamenti connessi alle terapie, agli effetti collaterali, alla comunicazione con i familiari e con gli operatori sanitari.
Le attuali evidenze scientifiche dimostrano incontrovertibilmente che questa integrazione porta ad un miglioramento della qualità di vita, una riduzione degli effetti collaterali, una maggiore compliance ai trattamenti e, in alcuni casi, anche migliori tassi di sopravvivenza.

 

Quali sono le basi teoriche di tutto questo?
Negli ultimi decenni, la teoria dei sistemi complessi ci ha permesso di considerare l’essere umano in un modo nuovo. Ogni organismo è visto come un sistema aperto, auto-organizzato, dotato di complessità. E i concetti di salute e malattia devono essere descritti secondo più variabili:
Multifattorialità: vi sono più cause interne ed esterne;
Dinamicità: l’organismo segue regole di comportamento dei sistemi dinamici e complessi (azione-retroazione, non-linearità, attrattori, biforcazioni);
Globalità: disarmonia e disordine delle comunicazioni interne (reti) e con l’ambiente;
Multidimensionalità dei livelli: frequenze elettromagnetiche, molecole, cellule, tessuti, organi, apparati, mente, spiritualità, cultura;
Ambivalenza: i principali processi reattivi e fisiopatologici hanno una “doppia faccia” (ad esempio, infiammazione, immunità, crescita cellulare).
Come scrive il professor Emilio Del Giudice (2014): “L’organismo soffre, e quindi si ammala, quando la capacità di autoriparazione è ostacolata da una qualche perturbazione che colpisce la pulsazione naturale e la sua capacità di adattarsi ai mutamenti richiesti dall’ambiente: la malattia è quindi sempre una difficoltà di dialogo tra l’organismo e il suo ambiente, cioè l’insieme di altri organismi e oggetti con cui esso è in relazione”.
Allora diventa plausibile che l’integrazione di più strumenti terapeutici, più che un supporto è la strada necessaria per ricostituire un nuovo equilibrio armonico. Non è un “di più” ma il modo di operare analogo a quello della creazione.

 

Integrare le cure con le emozioni
Cosa vuol dire integrare le cure con il lavoro psicoterapico sulle, o meglio, con le emozioni? L’emozione è uno dei fattori che influenzano lo stato di benessere o malessere di un organismo. È anch’essa un fenomeno complesso.
Edward Tronick, uno dei più grandi studiosi della regolazione emotiva, descrive l’uomo come un sistema complesso psicobiologico, gerarchico a più livelli che opera continuamente per procurarsi risorse che favoriscano la crescita (energia e informazione), per giungere a dare senso al posto che occupa nel mondo.
Il lavoro personale sulle emozioni, quelle trattenute, represse, rimosse, somatizzate, permette al sistema di integrare nuove informazioni, aumentandone il grado di complessità e coerenza. E questa accresciuta coerenza comporta uno stato più organizzato. Nell’uomo, questo è regolato da processi endogeni, ma è anche un processo diadico, cioè la complessità del suo stato si espande anche per effetto dell’input proveniente da una fonte esterna.
La relazione terapeutica, così come tutte le relazioni, permette l’espansione dello stato di coscienza, il che conduce all’apporto di nuove informazioni e nuove energie all’interno del sistema, offrendo nuove possibilità di riarmonizzarsi e potenziare la propria capacità di autoguarigione.

 

Per me, essere una terapeuta integrata significa proprio questo: intervenire su più livelli, fisico, energetico, psico-emotivo e relazionale per portare nuove forme, nuove risorse alle reti di cui siamo fatti e che sono interconnesse tra di loro e con l’altro, ciò che Daniel Stern definisce proprio altro-regolatore del Sè.

NB: al momento, le sedute hanno luogo in modalità alternata, sia in persona (con cadenza mensile) che in remoto, via Skype.

 

Per approfondire: